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CULTURAL RIGHTS + CULTURAL SUSTAINABILITY = WELL BEING | Ovvero il paradigma della sostenibilità culturale

CULTURAL RIGHTS + CULTURAL SUSTAINABILITY = WELL BEING

Ovvero il paradigma della sostenibilità culturale

In cosa consiste il paradigma della sostenibilità culturale? 

Nella necessità per un sistema sociale di preservare e generare quelle condizioni ritenute indispensabili alla produzione di processi culturali al fine di sostenere lo sviluppo delle potenzialità dell’essere umano.

Sempre più evidenze scientifiche dimostrano che la partecipazione culturale migliora il benessere delle persone: parlare di welfare culturale vuol dire dunque inserire in modo appropriato ed efficace i processi di produzione e disseminazione culturale all’interno di un sistema di welfare e quindi farli diventare parte integrante dei servizi socio-assistenziali e sanitari che garantiscono ai cittadini le forme di cura e accompagnamento necessarie al superamento di criticità legate alla salute, all’invecchiamento, alle disabilità, all’integrazione sociale e a tutte le problematiche a cui si associa il riconoscimento di un dovere di tutela sociale (SACCO).

Questa forma di welfare che abbraccia innovazione culturale e sociale che è di grande attualità, e lo sarà sempre di più in futuro, nasce con l’obiettivo di contrastare differenti forme di marginalità sociale e povertà educativa attraverso lo sviluppo di strategie di facilitazione e accesso alla cultura. 

Numerosi sono gli esempi di questo approccio, ormai attivato all’interno di altrettante istituzioni museali ed enti di promozione culturale del nostro paese, e che negli ultimi anni hanno sviluppato strategie innovative rivolte a precisi gruppi sociali o persone con vulnerabilità psicofisiche. 

Ne è un esempio il progetto Dance Well - Movement Research for Parkinson, una pratica artistica inclusiva ideata dal CSC - Casa della danza di Bassano del Grappa e attivata all’interno degli spazi del Museo Civico e ormai esportata in molti altri luoghi come ad esempio la Lavanderia a Vapore di Torino o Palazzo Strozzi a Firenze. Altro esempio è Musei Toscani per l’Alzheimer,  una rete fra i musei della Regione che intendono sviluppare, con i propri dipartimenti educativi, attività per le persone con demenza e per coloro che se ne prendono cura. 

Si tratta di buone pratiche che rappresentano percorsi di cura attraverso la sperimentazione di pratiche artistiche, all’interno di luoghi di promozione culturale che devono essere sostenute e ampliate, affinché diventino sistemiche. 

A questo proposito è necessario strutturare il dialogo tra operatori del settore culturale e sociale-sanitario al fine di creare le condizioni su cui fondare un vero cambio di paradigma, in cui inclusività e partecipazione non rappresentino soltanto il terreno su cui costruire affacinanti piani di comunicazione, ma divengano reali strumenti generativi di un nuovo modello di società.